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Le avventure del Principe Amir — 3

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Militaria

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SINOSSI


Sull’isola di Cora sembra ormai giunta l’ora della resa dei conti. Tra coloro che ambiscono alla successione al trono del vecchio sultano Modaffer III, emerge la figura del ministro della giustizia, il perfido Abdul-Gafoor. In segreto, con l’aiuto del suo fidato sicario, soprannominato «L’angelo della morte», ha ordito un astuto piano per avvelenare il sultano, sposarne la giovane e bellissima figlia Zeina ed imprigionare Akhmed, il legittimo erede al trono. Con una falsa accusa di omicidio lo rinchiuderà nella famosa fortezza di Militaria, una piccola isola rocciosa sperduta in mezzo all’oceano, dalla quale nessuno è mai fuggito. L’aiuto inaspettato della principessa Alexa lo salverà da morte certa e, insieme ai suoi fidati amici: Marco «l’orbo» e Igor «il musicista», Akhmed troverà rifugio presso la sacerdotessa Gudrun, sull’isola della Torre Bianca, dove attenderà, con ansia, il giorno della sua vendetta.


На острове Кора, похоже, настало время расплаты. Среди тех, кто стремится к престолонаследию старого султана Модаффера III, появляется фигура министра юстиции, коварный Абдул-Гафур. Тайно, с помощью своего верного киллера, прозванного «ангелом смерти», он разработал хитрый план отравить султана, жениться на его молодой и красивой дочери Зейна и посадить в тюрьму Ахмеда, законного наследника престола. По ложному обвинению в убийстве он запирает Ахмеда в знаменитой крепости Милитари, расположенной на небольшом скалистом острове, затерянном посреди океана, с которого никто никогда не смог сбежать. Неожиданную помощь оказывает принцесса Алекса, которая спасет его от верной смерти. Вместе со своими доверенными друзьями: Марко «Одноглазым» и Игорем «Музыкантом» Ахмед находит прибежище у жрицы Гудрун, на острове Белая Башня, где он с нетерпением будет ждать прихода дня отмщения.


RINGRAZIAMENTI


Per quanto riguarda i ringraziamenti ho il piacere di menzionare Igor Bobovich , per la sua paziente e competente opera di traduzione dei termini del glossario dall'italiano al russo, e la bravissima Alexandra Khomyakova , per l'originale illustrazione dei romanzo di questo Grazie di cuore.

Capitolo primo

L'ISOLA DEL GIGLIO BLU DEL NILO

Un palazzo reale nessuno dei servitori si era accorto dell'assenza di Akhmed. Molti erano terrorizzati al solo pensiero di dover bussare alla sua porta e sentire le urla del principe, sempre scontento del loro servizio. Ormai quasi tutti avevano subito i suoi tremendi scherzi o, nel migliore dei casi, erano stati apostrofati con epiteti irripetibili. Era abbastanza prevedibile che nessuno si preoccupa della sua sorte; anzi, se fosse morto o scomparso definitivamente, in molti ne avrebbe gioito perché era il più tra i nobili e la servitù.

Ormai erano già passate le undici di sera ei tre amici si dirigevano, con passo veloce, verso il porto di Cora. Il principe era convito che sarebbe riuscito a procurarsi, con le buone o con le cattive, una barca veloce ma anche robusta tale da sopportare anche le correnti più pericolose. Con il suo occhio da esperto marinaio si diresse verso un piccolo veliero ad un albero dal nome profetico " Giglio magico ". Ne ispezionò il ponte e, controllato che non vi fosse nessun altro a bordo, invitò i suoi due amici, Marco e Igor, a fare in fretta ea nascondersi all'interno dell'imbarcazione. Quindi sciolse gli ormeggi e issò la vela... L'inizio era stato fortunato tanto che una forte brezza li aveva spinti velocemente al largo.

Su di un piccolo pezzo di un vecchio giornale Akhmed aveva scritto le coordinate geografiche che “Zio Carlo” gli aveva suggerito per raggiungere l'Isola del Giglio Blu del Nilo. La luna piena illuminava il loro percorso e, mentre il principe si preoccupava piedi di la giusta rotta, Igor e Marco, in a prua , si godevano quell'imprevisto e bellissimo spettacolo notturno. Il cielo era terso e con le teste rivolte all'insù i due inseparabili amici commentavano divertiti ogni qualvolta notavano la scia luminosa di una stella cadente.

Il Veliero "Giglio Magico"

«Voi due stupidi… idioti», li apostrofò con tono saccente Akhmed, «sembrate due innamorati in luna di miele. Ma vi ricordo che questa… probabilmente… sarà la nostra ultima avventura… un’avventura forse senza ritorno. Quindi… vi ordino… di guardare davanti a voi e di avvertirmi in caso di avvistamento dell’isola.»

Sui visi di Igor e Marco calò improvvisamente il gelo più intenso. Il loro ingenuo sorriso rimase soffocato sotto il peso delle pesanti parole pronunciate dal principe. Solo adesso, finalmente, cominciavano a rendersi conto che non si trattava di una semplice gita in barca ma si erano infilati in qualcosa di molto pericoloso. Con la loro partecipazione entusiasta avevano voluto dimostrare ad Akhmed che erano amici fedeli e coraggiosi. Ma il loro atteggiamento spavaldo, poco per volta, si stava trasformando in qualcosa che assomigliava più alla paura, al terrore.

Cosa avrebbero dovuto affrontare una volta giunti sulla spiaggia?

Era questa l’unica domanda che adesso li tormentava. Come difesa personale Igor aveva portato con sé il suo fidato coltello che, fin da piccolo, aveva imparato a maneggiare con destrezza grazie agli insegnamenti del padre. Marco, invece, non aveva portato nulla con sé perché, in simili circostanze, si era sempre affidato alla benda da pirata che portava sull’occhio. Questo suo aspetto minaccioso gli procurava un duplice vantaggio: da un lato terrorizzava i ragazzini più piccoli e dall’altro incuteva un certo timore e rispetto nei suoi compagni di scuola più grandi, che si guardavano bene dal provocarlo o sfidarlo. All’improvviso la barca cominciò ad incontrare una forte resistenza. Dalle profondità del mare risalivano, impetuose, delle fortissime correnti che facevano ondeggiare e sussultare l’imbarcazione.

«Ecco… ci siamo!!», esclamò il principe mentre stringeva con tutte le forze il timone per evitare di perdere la rotta.

«Aggrappatevi a qualcosa di solido altrimenti correte il rischio di finire in acqua. Sapete benissimo che non mi fermerò neppure un minuto per raccogliervi in mare», sentenziò Akhmed. Ma le forti correnti, così come all’improvviso erano arrivate, altrettanto rapidamente scomparvero senza lasciare traccia. Come se una forza, misteriosa e inquietante, era intervenuta a proteggere l’imbarcazione da qualsiasi pericolo.

«Terra… terra», urlò a squarciagola Igor, come se fosse stato morso da una tarantola. Un’eccitazione improvvisa s’impossesso di tutto quell’eterogeneo equipaggio fin quando la prua del piccolo veliero toccò il bagnasciuga della spiaggia. Dopo aver sistemato gli ormeggi, il gruppetto dei tre amici si diressero verso l’interno dell’isola e, nonostante stesse per sopraggiungere l’alba, l’oscurità era ancora l’assoluta padrona. Dalla cambusa della barca Marco prelevò alcune lampade ad olio che sarebbero servite ad illuminare il loro cammino. Una volta a terra i tre si resero subito conto che avrebbero dovuto superare un secondo problema.

Un enorme strapiombo si stagliava davanti a loro. È quella era l’unica strada che dalla spiaggia li avrebbe condotti all’interno dell’isola.

Ma qual era il modo migliore per superare quell’ostacolo?

La discussione tra i tre stava per trasformarsi quasi in rissa finché Igor si ricordò di un curioso particolare. Quand’era salito sulla barca e si era nascosto, aveva visto delle corde legate ad un piccolo rampino. Quindi si precipitò sul ponte dell’imbarcazione e si diresse verso la poppa. «Eureka!!», esclamò entusiasta, «ecco la soluzione a tutti i nostri problemi».

I tre si arrampicarono con difficoltà, anche a causa dei numerosi cespugli taglienti che, con attenzione, cercarono di evitare per non ferirsi. Giunti sulla cima un desolante spettacolo lì sorprese. Il posto era completamente deserto. Nessun albero né alcun fiore era visibile. Di tanto in tanto si avvertiva la presenza di qualche strano animale che, dopo aver lanciato un sibilo acuto, correva a nascondersi dietro un masso. Igor, prontamente, tirò fuori il suo enorme coltello mentre Marco rimase fermo, come impietrito dalla paura. In fondo per proteggersi aveva solo la sua benda da pirata e null’altro. Il principe, come al solito, non si perse d’animo e si addentrò verso l’interno dell’isola mentre i suoi due impauriti amici restavano fermi sulle loro posizioni. Akhmed si girò verso di loro e, dopo averli inceneriti con il suo tipico sguardo corrucciato, li apostrofò malamente.

«Voi due idioti… codardi… cosa siete venuti a fare se non avete nemmeno il coraggio di affrontare quattro lupi spelacchiati».

«Ma Akhmed», lo riprese Marco, «a me non sembrano affatto quattro lupi… io non ho mai visto in vita mia animali simili».

«Si… anch’io», si affrettò a sostenerlo Igor.

«O siete con me al 100% oppure tornate a nascondervi sulla barca!! Posso fare tutto da solo… non ho bisogno di codardi».

I due amici, colpiti nell’orgoglio, dopo un breve sguardo d’intesa, si affrettarono a raggiungere il principe. I tre proseguirono a piedi per quasi un chilometro senza essere ulteriormente disturbati da anima viva. Intanto, l’alba aveva preso il sopravvento sull’oscurità e di quegli strani animali si era persa ogni traccia.

«Lì… lassù… su quella piccola altura… un giglio blu… lo vedete anche voi… vero?», gridò Igor con tutta la forza che aveva in gola.

Akhmed, Appena raggiunto quell’unico fiore, si accorse che, poco distante, un’enorme voragine si apriva davanti ai suoi piedi.

«Portatemi le corde!!» esclamò impaziente, particolarmente incuriosito su quello che avrebbe trovato lì sotto. Ma prima volle accertarsi della profondità di quel buco enorme. Quindi lanciò all’interno una piccola pietra finché non ne sentì il caratteristico rimbombo. Fu il primo a calarsi nell’oscurità aiutato dalla piccola lampada che aveva assicurato alla cintura. Raggiunto il fondo invitò i suoi due titubanti amici a fare altrettanto.

«Allora… vi muovete… non abbiamo tutto il giorno. Presto a corte si accorgeranno della mia assenza e allora saranno guai. Non sopporterei un’altra ramanzina di mio zio Modaffer III».

Dal fondo della grotta Akhmed, con l’aiuto della luce della lanterna, provò ad illuminare le pareti facendo un lento giro su sé stesso. Tre grosse aperture si diramavano in direzioni diverse.

«Principe… ma quale strada dobbiamo seguire?», pronunciò sottovoce Marco per paura che qualcuno lo potesse ascoltare.

«Penso che noi tre dovremo separarci», propose Akhmed, «in modo che ognuno di noi potrà ispezionare ogni singola cavità…».

«Non credo proprio!!» lo interruppe Igor.

«Invece dobbiamo restare uniti perché ancora non sappiamo cosa o chi dovremo affrontare nell’oscurità».

«Fate un po’ come vi pare!!» replicò arrabbiato Akhmed, infuriato per essere stato ancora una volta contraddetto dai suoi irriverenti amici. «Sappiate che quando diventerò il sovrano dell’Isola di Cora riceverete dieci frustate per ogni volta che avrete contestato le opinioni del vostro principe».

«Ma Akhmed… noi siamo i tuoi soli e fidati amici… non è questo il modo di ringraziarci…», provò ad imbonirlo Marco.

Il principe non lo degnò nemmeno di uno sguardo e si avviò, in compagnia del suo bastone, verso l’entrata centrale della grotta, seguito da tergo dai suoi sempre più terrorizzati amici. Armati di lampade ad olio, che da un momento all’altro avrebbero potuto cessare di funzionare, i tre camminavano con passo lento e circostanziato attraverso il fondo di quel cunicolo, prestando molta attenzione alle pareti sporgenti e taglienti, ma tanto alte e larghe da poterci stare comodamente in tre.

«Questa grotta è abitata da giganti», profetizzò Igor, sempre più impaurito e titubante mentre la strada davanti a loro iniziava a diventare sempre più ripida e scivolosa.

Intanto dalla profondità si udiva un rumore dapprima impercettibile e poi, via via, sempre più forte, come se qualcuno o qualcosa stesse schiacciando con i piedi delle uova.

«Akhmed torniamo indietro… ti supplico… finché siamo ancora in tempo… ho un brutto presentimento… ho paura di quello che troveremo una volta arrivati in fondo», lo implorò in ginocchio Marco, mentre tentava di bloccarlo stringendo tra le sue mani l’orlo della giacca.

«Devo vedere cosa c’è lì sotto… ormai siamo arrivati fin qui… non farmi perdere altro tempo…» sentenziò il principe mentre, con un colpo secco inferto con il suo bastone lo colpì violentemente sulle mani, tanto da liberarsi immediatamente da quella morsa.

«Akhmed… fermati!», gli intimò a voce alta Igor, con quell’ultima goccia di coraggio che gli era rimasta in corpo.

«Zio Carlo ci ha raccontato che… fin dai tempi antichi… tutti quelli che si sono avventurati verso quest’isola… non hanno mai più fatto ritorno a Cora. Ci sarà un motivo… una ragione… se esperti navigatori…. coraggiosi avventurieri… non sono mai tornati a casa?

Come te lo spieghi tutto questo?

Come puoi pensare che tre semplici ragazzi come noi saranno in grado di trovare il tesoro e di tornare indietro sani e salvi? Come…».

Igor non riuscì a concludere la frase che un’intensa e gelida folata di vento li aggredì alle spalle e li spinse violentemente a terra facendoli dapprima rotolare su sé stessi e poi sempre più velocemente verso il basso. I tre cercarono di resistere a quell’inaudita violenza cercando di opporsi, con le mani e con i piedi, tentando di aggrapparsi gli uni con gli altri, ma ogni loro tentativo fu vano. Uno alla volta caddero di schiena sul fondo della grotta, restando così svenuti per diverso tempo.

Akhmed fu il primo a svegliarsi e, nella completa oscurità, cercò di alzarsi. Le gambe gli scivolarono all’indietro e ricadde sul fondo, provocando quel sinistro rumore di uova rotte che aveva precedentemente sentito. Nella caduta qualcosa lo aveva graffiato alla gamba destra tant’è che, istintivamente, provò a prenderlo in mano per analizzarlo al tatto. Immediatamente capì che quello strano oggetto non era affatto un guscio d’uova ma assomigliava, per forma e lunghezza, a ossa umane, come un braccio o una gamba. Si fece coraggio e riprovò ad alzarsi, questa volta facendo attenzione a non perdere l’equilibrio.

Con la mano si tastò il fianco destro come in cerca di qualcosa d’importante.

«Che fortuna!», esclamò il principe.

La lanterna, che al tatto sembrava ancora intatta, era rimasta attaccata alla cintura dei suoi pantaloni, nonostante la caduta. A quel punto venne assalito da un atroce dubbio.

«Come farò ad accenderla», pensò tra sé e sé.

«Marco dove sei? Marco svegliati», pronunciò sottovoce, ma con la netta sensazione che qualcun altro lo stesse ascoltando ed osservando.

«Eccomi!», esclamò Igor, tutto baldanzoso e felice per essere stato il primo ad aver acceso la sua lanterna.

«Sono qui mio principe», gli fece da contraltare Marco, anche lui con la lanterna in mano accesa e tutto contento per aver sconfitto il buio.

«Ma in quale orrendo buco siamo finiti?», lo riprese Igor mentre tentava di illuminare il pavimento completamente ricoperto di ossa bianche.

«Oh mio Dio!», proseguì sempre più impaurito, «qui c’è qualcuno o qualcosa che mangia gli esseri umani… persone vive come noi».

«Sss… parlate piano… non vi muovete… mantenete la calma… ci stanno osservando», replicò Akhmed a bassa voce.

«Chi? … dove? … in quale direzione?», provò a borbottare Marco, mentre la fiammella della sua lampada ad olio iniziava a dare segni di esaurimento. Anche la lampada di Igor si spense all’improvviso e nella caverna, di colpo, tornò il buio. Nel frattempo, intorno a loro, sei enormi occhi gialli iniziarono lentamente ma, inesorabilmente, a muoversi nella loro direzione.

GLOSSARIO 1

Avverbio/ Наречие = avv.

Verbo / Глагол = v.

Modo di dire / фигура речи = m.d.

Aggettivo / прилагательное = agg.

Sostantivo = s. m.

(существительное мужского рода)

Sostantivo = s. f.

(существительное женского рода)


scontento (agg.) = infelice, insoddisfatto

недовольный

gioire (v.) = essere felice di qualcosa

обрадоваться

robusto/a (agg.) = persona forte fisicamente

крепкий/ая

veliero ad un albero (s.m.) = barca a vela

одномачтовый парусник

ispezionare (v.) = esaminare, controllare

проверить, проинспектировать

sciogliere (v.) gli ormeggi (s.m.) =

liberare la nave dalle corde che la tengono legata

распустить, отвязать, отдать швартовы

issare (v.) la vela (s.f.) = sollevare la vela della barca

поднять парус

la prua (s.f.) = parte anteriore della barca/nave

нос корабля

luna di miele (m.d.) = viaggio fatto da una coppia appena

sposata per celebrare il proprio matrimonio

медовый месяц

calare improvvisamente il gelo (m.d.) =

togliere improvvisamente l’allegria

внезапно погрустнеть

infilarsi in un guaio (m.d.) =

trovarsi in una brutta situazione

вляпаться

atteggiamento spavaldo (m.d.) =

una persona molto sicura di sé, presuntuosa

дерзкое, нахальное поведение

maneggiare con destrezza (m.d.) = essere sicuro e svelto nei

movimenti

обращаться, владеть со сноровкой

ondeggiare (v.) = muoversi seguendo il movimento delle onde

del mare

качаться на волнах

sussultare (v.) = saltare, sobbalzare

подскакивать, подпрыгивать

aggrapparsi (v.) = afferrare qualcosa con le mani

цепляться, держаться

inquietante (agg.) =

situazione o persona che costituisce motivo di preoccupazione

устрашающий

urlare (v.) a squarciagola (agg.) =

gridare con tutta la forza

кричать во всю глотку

equipaggio (s.m.) eterogeneo (agg.) = persone molto diverse

tra loro che lavorano su una nave o aereo

неоднородный экипаж, команда непохожих людей

la cambusa (s.f.) = deposito dei viveri all’interno della nave

камбуз, склад продовольствия на судне

lo strapiombo (s.m.) = precipizio, struttura verticale di una

parete di montagna

отвесная скала, обрыв

la rissa (s.f.) = scambio violento di colpi tra persone

потасовка

il rampino (s.m.) = gancio a uncino utilizzato per afferrare

o sostenere qualcosa

крюк

la poppa (s.f.) = parte posteriore di un’imbarcazione

корма

sibilo (s.m.) acuto (agg.) = suono acuto e sottile,

caratterizzato da una certa durata

тихий, тонкий свист (шум)

impietrito dalla paura (m.d.) = immobilizzato,

paralizzato per la paura

окаменевший от страха

addentrarsi (v.) = andare avanti, procedere verso l’interno

погружаться, углубляться

il codardo (s. m.) = persona che ha paura di affrontare rischi

o pericoli

трус

spelacchiato (agg.) = che ha perso il pelo perché vecchio o per

malattia

облезлый

prendere il sopravvento (m.d.) = prevalere sull’avversario

più debole

взять преимущество

la ramanzina (s.f.) = rimproverare qualcuno lungamente

нравоучение, нагоняй

diramarsi in direzioni diverse (m.d.) = dividersi in diverse

direzioni

разветвляться в разных направлениях

la frustata (s.f.) = colpo dato con la frusta

удар кнутом

imbonire (v.) = farsi amico qualcuno con i complimenti,

esaltandone le qualità e i pregi

задабривать

passo lento e circostanziato (m.d.) = camminare lentamente

facendo molta attenzione

медленный и осторожный шаг

il cunicolo (s.m.) = stretta galleria sotterranea

подземный ход

supplicare (v.) = pregare qualcuno con grande umiltà

умолять

l’orlo (s.m.) della giacca (s.f.) = parte finale della giacca

край (кант) куртки, пиджака

liberarsi dalla morsa (m.d.) = liberarsi da qualcuno o

qualcosa che ci locca con la forza

освободиться из тисков, из крепкий объятий

rotolare su sé stessi (m.d.) = girarsi più volte su sé stessi

переворачиваться, кувыркаться

svenire (v.) = perdere i sensi per debolezza, emozione o

improvvisa mancanza di forze

потерять сознание

graffiare (v.) = lacerare la pelle di qualcuno con le unghie o

con uno strumento appuntito

царапать, скрести

il tatto (s.m.) = uno dei 5 sensi che, attraverso il contatto

con la pelle, permette di riconoscere cose o persone

осязание

baldanzoso (agg.) = atteggiamento spavaldo, senza paura

уверенный в своих силах

fare da contraltare (m.d.) = fare in modo di equilibrare,

contrastandola, l’importanza di qualcosa

действовать наперекор, создавать конкуренцию

borbottare (v.) = lamentarsi a bassa voce in modo

incomprensibile

бормотать, ворчать

Упражнение 1

Ответьте на следующие вопросы.


(Rispondi alle seguenti domande)


1 — Come si chiamava il veliero ad un albero che

Akhmed e i suoi amici rubarono dal porto di Cora?

____________________________________________


2 — Qual era il nome dell’isola che Akhmed e

i suoi amici decisero di raggiungere con il veliero?

____________________________________________


3 — Come si chiamano i due amici inseparabili

di Akhmed?

____________________________________________


4 — Cosa usarono i tre amici per arrampicarsi quando

raggiunsero l’isola del Giglio Blu del Nilo?

____________________________________________


5 — Quali strani animali trovarono all’interno

della grotta?

____________________________________________


6 — Akhmed, che cosa sperava di trovare all’interno

della grotta?

____________________________________________


7 — Chi aveva suggerito ad Akhmed di cercare il

tesoro sull’isola del Giglio Blu del Nilo?

____________________________________________


8 — Igor e Marco erano contenti di affrontare

quell’avventura?

____________________________________________

Упражнение 2

Впишите определенный или неопределенный

артикль.


(Aggiungi gli articoli determinativi o indeterminativi)


Ormai erano già passate ___ undici di sera e __ tre amici si dirigevano, con passo veloce, verso ___ porto di Cora. ___ principe era convito che sarebbe riuscito a procurarsi, con ___ buone o con ___ cattive, ____ barca veloce ma anche robusta tale da sopportare anche ___ correnti più pericolose.

Con ___ suo occhio da esperto marinaio si diresse verso ___ piccolo veliero ad ___ albero dal nome profetico «Giglio magico».

___ luna piena illuminava ___ loro percorso e, mentre ___ principe si preoccupava di mantenere ___ giusta rotta, Igor e Marco, in piedi a prua, si godevano quell’imprevisto e bellissimo spettacolo notturno.

Упражнение 3

Поставьте глаголы, данные в скобках, в подходящую

форму (trapassato prossimo или imperfetto).


(Trasforma i verbi al trapassato prossimo o imperfetto)


L’inizio ____________ (essere) fortunato tanto che una forte brezza li _____________ (spingere) velocemente al largo. Su di un piccolo pezzo di un vecchio giornale Akhmed ______________ (scrivere) le coordinate geografiche che «Zio Carlo» gli _______________ (suggerire) per raggiungere l’Isola del Giglio Blu del Nilo.

La luna piena ______________ (illuminare) il loro percorso e, mentre il principe _______________ (preoccuparsi) di mantenere la giusta rotta, Igor e Marco, in piedi a prua, ______________ (godersi) quell’imprevisto e bellissimo spettacolo notturno. Il cielo ______________ (tergere) e con le teste rivolte all’insù i due inseparabili amici _____________ (commentare) divertiti ogni qualvolta ____________ (notare) la scia luminosa di una stella cadente.

Упражнение 4

Впишите подходящие предлоги.


(Completa le frasi con la preposizione corretta)


___ la loro partecipazione entusiasta avevano voluto dimostrare ad Akhmed che erano amici fedeli e coraggiosi. Ma il loro atteggiamento spavaldo, poco ____ volta, si stava trasformando ___ qualcosa che assomigliava più ____ paura, ___ terrore. Come difesa personale Igor aveva portato _____ sé il suo fidato coltello che, fin ___ piccolo, aveva imparato ____ maneggiare _____ destrezza grazie ____ insegnamenti ____ padre.

Marco, invece, non aveva portato nulla ____ sé perché, ___ simili circostanze, si era sempre affidato _____ benda ___ pirata che portava ____’occhio. Questo suo aspetto minaccioso gli procurava un duplice vantaggio: ___ un lato terrorizzava i ragazzini più piccoli e ____’altro incuteva un certo timore e rispetto ____ suoi compagni ___ scuola più grandi, che si guardavano bene ____ provocarlo o sfidarlo.

Упражнение 5

Дополните предложения прямыми местоимениями.


(Pronomi diretti — Inserisci il pronome corretto)


1) Michela, _______ saluto e ________ ringrazio per tutto

quello che fai.

2) Professore, posso aiutar______ a portare la borsa?

3) Dottor Mauri, _______ saluto e _____ ringrazio per tutto

quello che fa.

4) Quando Giorgio _____ ha salutati, i suoi compagni di

classe erano tutti tristi.

5) Appena compro del vino, _____ bevo sempre tutto subito.

6) Avete già visitato i monumenti della città o _____

visitate domani?

7) _____ hai detto che non ____ vuoi più vedere: per questo

motivo noi non siamo più venuti a casa tua.

8) Ho incontrato Daniele e Tommaso: voglio invitar___

a teatro

9) Quando i ragazzi sono in ritardo, noi ____ aspettiamo

fino al loro arrivo.

10) Dottore, i pazienti _____ stanno aspettando da

mezz’ora.

11) Le mie sorelle saranno qui a momenti: _____ attendo

con ansia.

12) Ragazzi, se non _______ ascoltate, sarò costretto

a punir______.

13) Quando parliamo italiano, Marco e io ______ capiamo

perfettamente.

14) Se il bambino ha la febbre, ____ portiamo dal pediatra.

15) Signori, ______ prego di ascoltar________ attentamente.

Упражнение 6

Дополните предложения прямыми местоимениями.


(Pronomi diretti — Inserisci il pronome corretto)


1) Marcello, _______ aspetto per le nove.

2) Chi ti ha invitata a cena? Giorgio ____ ha invitata a cena in

un bel ristorante.

3) Vi devo portare alla stazione? No, grazie! _____ puoi

portare alla fermata dell’autobus?

4) Avete comprato il computer nuovo?

No, _____ compreremo domani.

5) Vedi quelle stelle in cielo? Sì, _____ vedo benissimo.

6) Le ho promesso che _____ verrò a trovare tutte le

settimane.

7) Ragazze, pensate che ____ attendo da ieri sera.

8) Pensa ad una favola e dopo ____ scriverai.

9) Ragazzi, ____ prego di non disturbare l’autista mentre

guida.

10) A che ora ci venite a prendere? ____ veniamo a prendere

alle otto.

11) Andiamo dagli zii, ___ aspettano.

12) Signora, ___ ringrazio per la sua ospitalità.

13) Signori, ___ ringrazio per la vostra gentilezza.

14) Conosci bene Maria? Sì, ___ conosco bene.

Capitolo secondo

NELLA TELA DEL RAGNO

Un frastuono tremendo si fece strada sulle loro teste finché, come pietre rotolanti, dal soffitto della grotta caddero giù cinque strani individui. Con un tonfo assordante finirono distesi sul pavimento ricoperto di ossa umane.

Uno dopo l’altro, goffamente, cercarono di riprendersi da quell’orribile volo. Intontiti e sorpresi per l’accaduto, con l’aiuto delle loro lampade ancora perfettamente efficienti, si affrettarono ad illuminare l’interno della grotta. All’istante si accorsero della presenza del principe Akhmed e dei suoi due compagni d’avventura.

«Lì abbiamo presi!!», si affrettò ad urlare uno di loro, quello dall’aspetto più trasandato, alto e magro come un chiodo, mentre provava a rialzarsi rapidamente per mettersi in posizione d’attacco.

Intanto, anche i suoi quattro colleghi fecero altrettanto e, in pochi istanti, circondarono Akhmed e il suo gruppo, ancora increduli per quello che stava accadendo.

«Sapete chi avete preso… razza di imbecilli?», si affrettò a ad urlare il principe mentre, con il bastone, tentava di minacciarli e tenerli a bada.

«Certo che lo sappiamo» replicò un uomo tarchiato e appesantito, probabilmente anche a causa delle troppe bevute in osteria. Doveva essere sicuramente il capo di quell’assortito e variopinto quintetto perché tutti gli altri avevano rivolto lo sguardo verso di lui ed erano in attesa di un suo cenno, di un ordine che li avrebbe fatti agire rapidamente.

«Sei il principe Akhmed… siamo sulle tue tracce da giorni… i nostri ordini sono di catturarti… vivo o morto. Quindi… adesso calmati e abbassa quel bastone se non vuoi che finisca male per te e i tuoi amici», lo incalzò con tono saccente e irriguardoso.

Akhmed, dopo aver calcolato le varie possibilità di fuga, decise di prendere altro tempo e di abbassare il suo bastone, facendo credere di volersi arrendere.

«Ecco… bravo… vedo che hai capito che non hai nessuna possibilità di batterti contro di noi. Ora avvicinati lentamente e lascia cadere il tuo bastone. I tuoi due amici …. invece…. sono liberi di andare… non abbiamo nessun ordine specifico per loro… ma se faranno resistenza… nel tentativo di proteggere il loro principe… subiranno le conseguenze delle loro scellerate azioni».

«Concedimi un minuto per salutare i miei amici», gli rispose Akhmed con voce quasi supplicante, «dopo sarò tuo prigioniero… senza opporre resistenza… ma voglio la tua parola d’onore che li lascerai andare senza fargli nemmeno un graffio!!».

«Va bene… avete un minuto per salutarvi… ma fate in fretta che una barca ci aspetta e non voglio perdere altro tempo in questa grotta umida e puzzolente».

I tre ragni giganti

Il principe fece cenno a Igor e Marco di avvicinarsi. Poi gli sussurrò di stare calmi, di non farsi prendere dal panico per quello che stava per rivelargli.

«Lentamente alzate lo sguardo… prima verso la vostra destra e poi verso sinistra. Ora osservate attentamente quelle enormi figure color marrone attaccate alle pareti… ebbene… credo che siamo caduti nella loro trappola… saremo divorati da quei mostruosi esseri se non troveremo rapidamente una via di fuga.

Ma non vi preoccupate… ho escogitato un piano… e vi prometto che vi porterò fuori da qui… sani e salvi… ma solo se eseguirete alla lettera le mie istruzioni.

Nel momento esatto in cui lancerò contro di loro il mio bastone… dovrete correre velocemente verso quella piccola apertura che vedete alle mie spalle.

È tutto chiaro? Fidatevi di me!!

Niente panico e tutto andrà bene!!».

Marco ed Igor, ormai quasi paralizzati per la paura, riuscirono comunque a fargli un cenno di approvazione con la testa. In quell’istante Akhmed lanciò la sua arma improvvisata verso l’alto, in direzione della parete dove si erano nascosti tre enormi ragni. Poi si voltò immediatamente e, insieme ai suoi due amici, iniziò a correre verso quell’unica uscita, la loro via di fuga. Akhmed, durante quella corsa disperata, con la sua pesante mole colpì violentemente due di quei banditi che li avevano circondati, avendo anche l’accortezza di inchinarsi per raccogliere una lampada.

Il piano era riuscito perfettamente e i tre amici continuarono a correre a più non posso in quel labirinto fatto di cunicoli, a volte tanto stretti da avere difficoltà perfino ad attraversarli in fila indiana. Ma il terrore era ancora stampato sui loro volti quando, da lontano, sentirono le urla strazianti di quei poveretti che erano diventati il pranzo e la cena di quegli orribili mostri. La sola speranza per Akhmed e compagni era che, se i ragni giganti fossero stati sazi, non li avrebbero inseguiti o, quantomeno, gli avrebbero lasciato il tempo sufficiente per trovare un’uscita.

Ormai al tesoro non pensava più nessuno e l’unica parola d’ordine era quella di salvare la pelle e ritornare tutti interi a casa. Alla fine tutti e tre cedettero alla stanchezza per la lunga corsa e si distesero a terra uno accanto all’altro, sfiniti per lo sforzo.

«Siamo morti che camminano!» esclamò Igor con la sua proverbiale ironia.

«Siamo cibo per ragni» lo corresse Marco, imprecando.

«Sss… fate silenzio un attimo voi due…”, li interruppe Akhmed, «lo sentite questo rumore in lontananza? Sembra il riverbero del mare».

Il principe fece lo sforzo di rimettersi in piedi e con la l’unica lampada ancora funzionante li incitò.

«Forza voi due… non è ancora giunta la nostra ora… seguiamo il rumore delle onde del mare… e saremo salvi».

Passo dopo passo quel rumore diventava sempre più intenso finché i tre amici sbucarono in un’enorme grotta semi allagata dal mare. In fondo alla quale era ben visibile l’uscita verso il mare aperto.

«Siamo salvi!! Siamo salvi!!», cominciarono ad urlare i tre fortunati amici, abbracciandosi uno con l’altro e girando in tondo come in una danza liberatoria.

Ma fu solo un attimo d’euforia. Il principe Akhmed, con il suo solito pragmatismo, richiamò all’ordine i suoi due amici d’avventura.

«Ragazzi non siamo ancora salvi… quei mostri potrebbero avere ancora fame e decidere di darci la caccia. Igor… tu sei il più esperto nuotatore tra di noi… raggiungi la nostra barca e dirigila verso questa uscita. Ma non farci aspettare troppo perché i nostri nervi sono al limite! Vai e fai in fretta!!»

Igor, senza perdere tempo, si tuffò in acqua. Nell’immergersi la sua attenzione fu colpita da un intenso luccichio che proveniva dall’interno di una grotta sott’acqua. Immediatamente la sua curiosità lo spinse in quella direzione e, trattenendo il fiato, percorse quelle poche decine di metri.

Il suo stupore fu enorme quando, riemergendo dall’altra parte, si accorse che quella era la stanza del tesoro che stavano cercando. Monete d’oro e gioielli uscivano traboccanti dai loro forzieri mentre altre casse sembravano sigillate ermeticamente. Rifece il percorso a ritroso per comunicare l’incredibile notizia al principe ma, giunto dall’altra parte, notò che dei suoi amici non vi era alcuna traccia. Mille orribili pensieri iniziarono ad offuscare la sua mente.

«I mostri li hanno mangiati… i mostri li hanno mangiati» ripeteva tra sé e sé, con gli occhi chiusi e la testa tra le mani.

«Adesso toccherà a me… che brutta fine… che brutto modo di morire… divorato da orribili ragni».

Forse a causa della stanchezza o per la grande tensione che aveva dovuto sopportare, Igor si accasciò al suolo svenuto.

Un paio di sonori schiaffi lo riportarono nel mondo dei vivi. Erano state le percosse del principe a risvegliarlo mentre gli ripeteva, con il suo solito atteggiamento aggressivo: «femminuccia… sei solo una squallida femminuccia che sviene senza alcun motivo».

«Mio principe…”, si affrettò a replicare Igor, «ma tu sei vivo… che gioia… che felicità. Pensavo che tu e Marco foste caduti nella tela di uno di quei ragni e… mangiati lentamente. Che orribile visione… che orribile sensazione… forse è anche per questo che sono svenuto».

Il principe lo aiutò a rialzarsi e fu in quel momento che Igor si accorse dell’assenza del suo amico.

«Ma dov’è Marco? Perché non è qui insieme a te? Cosa gli è successo?»

«Calmati adesso… va tutto bene… Marco è sano e salvo. In questo momento sarà già arrivato alla nostra imbarcazione e tra poco sarà qui. Quando ti sei tuffato e dopo alcuni minuti non ti abbiamo più visto risalire… abbiamo pensato che avessi avuto un malore… che fossi morto. Allora ci siamo immersi anche noi nel disperato tentativo di soccorrerti… me eri sparito! Per fortuna adesso sei qui con noi.

Ma cosa ti è successo? Dov’eri finito?»

«Principe… ho una notizia incredibile per te… per tutti noi! Ho trovato il tesoro! È qui sotto… a pochi metri da noi… in una caverna sotterranea. Monete… gioielli… casse intere… enormi».

Akhmed lo guardò sbalordito, poi aggiunse: «Sei sicuro che tutto questo non sia frutto di un sogno? Ti ricordo che ti ho trovato privo di sensi… all’apparenza sembravi già morto».

«Principe… ne sono sicurissimo… non è un sogno ma la realtà… ti ripeto che il tesoro che stavamo cercando è lì sotto e ci sta aspettando!!»

Nel medesimo istante in cui Igor concluse la sua frase apparve in lontananza la prua del «Giglio magico».

Dal loro punto di osservazione, nonostante i rami e le tante erbacce che ne ostruivano parzialmente l’uscita, era possibile vedere verso il mare aperto. Ma il problema che adesso si ponevano i tre amici era se l’entrata della grotta fosse sufficientemente grande da far passare l’intera imbarcazione.

Come al solito il principe non si perse d’animo e invitò Igor a seguirlo in acqua. Insieme, a nuoto, si diressero fino all’uscita della grotta dove li attendeva Marco al timone del veliero. Akhmed, prima diede un’occhiata tutt’intorno, poi osservò attentamente il profilo e le dimensioni dell’uscita della grotta.

Alla fine esclamò: «Con un po’ di fortuna dovremmo farcela a passare!!»

Quindi, salì sul veliero e informò rapidamente Marco di tutto quanto accaduto pochi minuti prima del suo arrivo.

«Dobbiamo trovare qualcosa che ci aiuti a caricare sulla nave il tesoro o parte di esso. Controllate se sul ponte o nella stiva c’è qualcosa di utile… magari dei sacchi di lino oppure dei secchi», ordinò Akhmed ai sui amici d’avventura mentre sostituiva Marco al timone. Quindi cominciò ad armeggiare con l’imbarcazione, con prudenza, per penetrare all’interno della grotta, facendo attenzione a non farla incastrare.

«Ecco… qui va bene… l’acqua è ancora abbastanza profonda da non incagliarci. Voi due mollate l’ancora e poi immergetevi per recuperare il tesoro. Io resterò di guardia sperando che… nel frattempo… non si faccia vivo nessuno di quegli orribili mostri».

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